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pubblichiamo la lettera di una collega russa giuntaci il 5 marzo

”… I’m ok for the moment…physically, but not ok in other ways. Situation here is getting worse. I started to realize that my anti-war position is not so widespread in Russia as I thought before.
There are many people who believe in official propaganda or those who don’t want to think critically about situation.  Thus, spontaneous protests against the war are dangerous,  they are not as massive as needed for changes, and the police detain people, and there are already many those in Moscow and St. Petersburg.
A colleague was put in jail two days ago because he was against war… censorship is intensified, the remaining opposition media are harassed, but they can still be listened to on YouTube and read on telegram.
For the media banned the word "war", they should call it "special operation". For "false information" threatened with 15 years in prison. Tomorrow, schools should hold a special lesson for pupils "explaining the goals of the special operation in Ukraine"…I don’t know how to explain this to my son without putting him and us in danger…
I don’t know how I would continue to work because also there we have to pay attention to what we say…
I signed every possible petition against the war: from psychologists, from the opposition party I vote for, on the change-org platform ...”

 

”... per il momento sto bene... fisicamente, ma non in altri modi. La situazione qui sta peggiorando. Ho iniziato a rendermi conto che la mia posizione contro la guerra non è così diffusa in Russia come pensavo prima.

Ci sono molte persone che credono nella propaganda ufficiale o che non vogliono pensare in modo critico alla situazione. Pertanto, le proteste spontanee contro la guerra sono pericolose, non sono così massicce quanto necessario per i cambiamenti e la polizia trattiene le persone, e ce ne sono già molte a Mosca e San Pietroburgo. Un collega è stato messo in carcere due giorni fa perché contrario alla guerra... la censura si intensifica, i restanti media dell'opposizione sono vessati, ma si possono ancora ascoltare su YouTube e leggere su telegram.

Poiché i media hanno bandito la parola "guerra", dovrebbero chiamarla "operazione speciale". Per "false informazioni" minacciano 15 anni di carcere. Domani le scuole dovrebbero tenere una lezione speciale per gli alunni "spiegando gli obiettivi dell'operazione speciale in Ucraina"... Non so come spiegarlo a mio figlio senza mettere lui e noi in pericolo... Non so come continuerei a lavorare perché anche lì bisogna fare attenzione a quello che diciamo…

Ho firmato ogni possibile petizione contro la guerra: dagli psicologi, dal partito di opposizione per cui voto, sulla piattaforma change-org…”

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